"Ho letto il messaggio di Dio sulle nuvole, e l’ho saputo scrivere sulla creta con il linguaggio degli uomini."
Sandrun. Anzi, Sandrùn, che rende meglio la piemontesità.
Chi è, Sandrùn ... ?
"Un barbone."
"Un pazzo."
"Un vagabondo."
"Un ubriacone."
"Un artista."
"Ma non è morto?"
Queste potrebbero essere alcune fra le risposte che più probabilmente raccogliereste girovagando per la città di Biella e ponendo ai passanti la domanda "Chi è Sandrùn?"
Di Sandrùn, al secolo Francesco Barbera, sordevolese di origine, conosciuto in paese come Franceschino dell'Elvo, esiste tanta, tanta leggenda popolare che se da una parte ne ha contribuito l'ascesa durante la breve vita, ne ha anche di molto distorto la conoscenza una volta venuto a mancare, a soli 43 anni compiuti. Una vita breve ma intensa, colorata, focosa. Un carattere duro ma curioso. Un uomo scomodo e coraggioso che non voleva passare inosservato e che ha fatto di tutto per regalare tracce indelebili di sé. Un grandissimo artista che non ha ancora ricevuto il giusto onore in campo artistico a causa dei diffusi pregiudizi che i Biellesi si sono formati su di esso.
La Compagnia dello Zircone, dopo mesi di ricerca, studio, conoscenza, piacevoli conversazioni, interessanti collaborazioni ha pensato di rendere omaggio all'uomo ed all'artista. Certi di non essere all'altezza del primo, tanto meno del secondo compito, ma desiderosi di far conoscere alle tante persone che amano l'arte ed il nostro territorio alcuni lampi di una storia. La storia di un ragazzo sfortunato a cui la vita aveva regalato una rara capacità creativa. Una storia che parte dalle montagne, attraversa Biella durante il dopoguerra e si spegne nel 1970 in un caldo pomeriggio di luglio sotto un porticato. Dopo averci regalato centinaia e centinaia di opere meravigliose ed uniche, di moltissime delle quali purtroppo si sono perse le tracce, e che sarebbe bello ritrovare, catalogare, condividere.
Autore
Carlo Ceccon
Regia
Max Gaggino
Assistente alla Regia
Chiara Savina
Musiche
Efrem Urro
Scenotecnici
Beppe Maffeo, Efrem Urro
Sandrun.................. Claudio Perino
Uomo 1................... Carlo Ceccon
Uomo 2................... Carlo Cantone
Voce / Madonna... Cristina Mondin
28 novembre 2008 - Teatro Erios - Vigliano Biellese (BI)
13 dicembre 2008 - Teatro Parrocchiale di Chiavazza - Biella
07 febbraio 2009 - Teatro Parrocchiale - Valdengo (BI)
14 febbraio 2009 - Opificio dell'Arte - Biella
24 aprile 2009 - Centro Polivalente - Candelo (BI)
19 settembre 2009 - Salone Polivalente - Sordevolo (BI)
Della Madonna de 'l Piümin esistono vari esemplari, tutti raggiungibili con facilità.
All’interno del Duomo di Biella, nella piazza omonima, sulla sinistra appena entrati, se ne può ammirare la copia in gesso.
La seconda copia in bronzo, fusa insieme alla precedente nel 2000, si trova in una ambientazione più consona al progetto iniziale. E’ posta in montagna, non sulla cima del Monte Mars ma nei pressi della chiesetta di Bagneri. E’ raggiungibile comodamente percorrendo la strada del “tracciolino” che parte dal Santuario di Oropa (dalla parte di San Carlo la strada è più dissestata). Un cartello che ricorda che vi trovate sul "Comune di Muzzano, Frazione Bagneri" indica il luogo dove lasciare l'auto per proseguire a piedi.
Si imboccherà la mulattiera a scendere, a sua volta indicata da altri cartelli in legno, e dopo pochi metri (una trentina) sarà possibile ammirare la Madonna in tutta la sua dolce e serena bellezza, circondata da alberi di castagno. La Vergine è posta in modo da far cadere il proprio sguardo sulla pianura biellese.
Una lapide bronzea a lato ringrazia lo scultore e coloro che vollero rendere condivisibile l'opera fino al punto in cui la stiamo ammirando.
Sul lembo laterale del mantello, dietro la statua, è ben visibile la firma "Franceschino dell'Elvo". Sul lato opposto si può invece leggere "Sandrun, 1967-1-12"
Una copia in bronzo è visibile nel cortile della Fondazione Cassa di Risparmio in Biella, che si trova all'incrocio fra le vie Garibaldi e Gramsci.
Una terza copia bronzea, in scala ridotta (circa 1:4) è visibile all'interno della Chiesetta di Bagneri, poche decine di metri più a valle.
Posta dietro l'altare, sopra al tabernacolo e sotto il grande crocifisso, è magnifica e sembra essere lì da sempre, anche se è stata donata alla chiesa solo nel 2007.
Potrebbe essere stata fusa da uno dei provini che furono eseguiti prima della esecuzione definitiva a grandezza reale.
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